DALL’ALBA AL TRAMONTO: IL GRANDE ANELLO DEI SIBILLINI IN MTB

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In questi ultimi anni, ascoltando il richiamo della montagna, è maturato nella mia mente il sogno di una nuova sfida: percorrere e chiudere in giornata il Grande Anello dei Sibillini.

Il Grande Anello dei Sibillini (G.a.s.) è un percorso escursionistico che abbraccia l’intera catena montuosa. L’anello attira molti escursionisti desiderosi di trascorrere una vacanza all’insegna dell’avventura in questi luoghi magici ed ancora incontaminati.
Esistono varie versioni ma normalmente viene proposto in 3/5 tappe (9 tappe a piedi), con pernotto  nei vari rifugi dislocati lungo l’itinerario. In totale, l’anello misura dai 120 ai 150 km e si sviluppa interamente su strade forestali e sentieri di montagna.

Già nell’inverno precedente tutto era pronto. Mi ero concentrato per la fine di giugno quando, con il beneficio delle giornate lunghe, avrei potuto ridurre al minimo la necessità di muovermi nel buio della notte.

I mesi passano rapidamente. L’inverno è da tempo finito e la fine di giugno è ormai alle porte.

Con il trascorrere dei giorni, sentivo in me una crescente adrenalina che pian piano mi spingeva verso questa nuova sfida.

I bollettini meteo mettevano tempo stabile per il prossimo fine settimana. La concentrazione sembrava ormai quella giusta. Da ora in poi tutto sarebbe dipeso da gambe e polmoni.

Campolungo,  sabato 28/06/2014

Vado a dormine presto la sera del venerdì. Sono molto stanco ma, come spesso mi capita  in queste situazioni, non riesco a prendere sonno. Sono agitato per la giornata che verrà. Sono le 4:00 del mattino, mi alzo da quel sonno non dormito e velocemente sistemo le ultime cose nello zaino.

Il tempo di salutare moglie e figli e, con il buio pesto, mi infilo dentro la macchina pronto a partire.

Arrivo al rifugio Amandola qualche minuto prima delle 5:00. E’ ancora buio ma in lontananza, verso il mare, inizio a scorgere il primo chiarore del giorno. L’agitazione che mi aveva accompagnato fino a quel momento di colpo svanisce. Ora sono sicuro di quello che faccio. Sono consapevole che, una volta partito, sarà difficile tornare indietro.
Accendo la lampada frontale e lentamente mi metto in marcia verso questa nuova avventura.

Dal rifugio Amandola mi inoltro nel bosco seguendo un sentiero che scende in direzione sud.
Al Balzo Rosso assisto ad una bellissima alba, forse la più bella della mia vita

alba al balzo rosso

alba al balzo rosso

La luce calda del mattino rende l’atmosfera magica. Sento tutta l’energia del nuovo giorno, un buon auspicio per affrontare la giornata che verrà

alba al balzo rosso

alba al balzo rosso

Dal Balzo Rosso l’anello prosegue in un faticoso saliscendi attraversando le valli dell’Ambro, del Tenna e dell’Aso. La pista mi spinge verso sud tagliando a mezza costa le imponenti pareti della Priora e della leggendaria Sibilla.
Sono a inizio giornata e sto attraversando un tratto molto duro. C’è subito molto dislivello da superare. Procedo lentamente cercando di dosare al meglio le mie energie.

Un timido sole inizia a dissolvere la foschia della notte che avvolge il fondo valle

montefortino

montefortino

Molto belli sono i paesaggi che incontro man mano che prendo quota

colli piceni

colli piceni

tofe/pignotti

la corona della sibilla da tofe/pignotti

vallelunga

cima vallelunga

Dalla partenza sono trascorse oltre due ore. Di fianco a me c’è sempre lui, il mio infaticabile compagno di viaggio

compagno di viaggio

compagno di viaggio

Ad Altino mi concedo una piccola sosta al rifugio prima di imboccare il sentiero dei Mietitori

altino

altino

altino

altino

Il sentiero dei Mietitori è un’antica via di comunicazione che, fin dai tempi più remoti, permetteva ai braccianti della zona di spostarsi nel versante umbro durante il periodo della mietitura

sentiero dei mietitori

sentiero dei mietitori

Proseguo al cospetto del maestoso versante est del Vettore

vettore

vettore

Pedalare in solitudine lungo quei prati mi da una sensazione di grande libertà. La luce delle prime ore del giorno accarezza le cime e le tinge con toni caldi e suggestivi. Il tempo sembra che si sia fermato, il silenzio è interrotto solo dai suoni della natura. E’ un’atmosfera magica, che ti rapisce e allo stesso tempo ti fa sentire un intruso

sentiero dei mietitori

sentiero dei mietitori

Il sentiero prende quota aggirando il Vettore e prosegue in una vasta pineta che copre la base del versante sud-orientale

parete sud vettore

parete sud vettore

Da fonte delle Cacere inizio a scorgere Forca di Presta che in circa mezz’ora raggiungo

forca di presta

forca di presta

A Forca di Presta la natura offre il meglio di se. La giornata è perfetta. Il cielo è terso e solo qualche nuvola di passaggio spezza la monotonia dell’azzurro intenso.

Mi calo nelle piane che in questo periodo si mostrano nella loro veste migliore. La magia della fioritura è appena iniziata e offre uno spettacolo di rara bellezza

piane di castelluccio

piane di castelluccio

piane di castelluccio

piane di castelluccio

piane di castelluccio

piane di castelluccio

Aver affrontato questa avventura in solitudine mi ha permesso di osservare questi luoghi sotto altri punti di vista.

Proseguo dritto verso la mia meta, in compagnia delle tante emozioni che hanno reso questo viaggio unico e indimenticabile.

piane di castelluccio

piane di castelluccio

Arrivo in paese intorno alle 11 del mattino. Fino ad ora ho percorso una sessantina di km e più o meno sono a metà della strada

castelluccio di norcia

castelluccio di norcia

castelluccio di norcia

castelluccio di norcia

castelluccio di norcia

castelluccio di norcia

Durante la sosta mi fermo a parlare con un gruppetto di ragazzi in mtb, increduli quando racconto da dove vengo e soprattutto quando svelo loro ciò che sto tentando di fare. Ci salutiamo e dopo averci augurato buona fortuna, ognuno imbocca la propria strada.

Da Castelluccio inizia un pezzo molto duro che sale fino a Poggio di Croce e, da qui, prosegue fino al Monte delle Rose. Man mano che salgo gli orizzonti si allargano e dominano sul Pian Grande

poggio di croce

poggio di croce

in marcia verso il monte delle rose

in marcia verso il monte delle rose

Superate le dure rampe sotto la vetta del Monte delle Rose imbocco una vecchia pista di transumanza che percorre l’intera dorsale Umbro–Marchigiana fino al Monte Cardosa

Rimango oltre un’ora lungo quella dorsale, alternando i due versanti della montagna e trovandomi di fronte a scenari sempre nuovi e molto belli.

la dorsale umbro marchigiana

la dorsale umbro marchigiana

La pista scorre veloce sotto le mie ruote e rapidamente guadagno diversi km sulla tabella di marcia

monte cardosa

monte cardosa

Arrivato a Costa Cavolese, una piccola sella alle pendici del Monte Cardosa, c’è ancora un ennesimo valico da superare prima di iniziare la lunghissima discesa su Visso.

visso

visso

A Visso mi fermo per un’altra sosta e faccio un pieno d’energie in vista dell’ultimo durissimo tratto che mi appresto ad affrontare

visso

visso

visso

visso

Lascio Visso alle mie spalle e proseguo in direzione Ussita percorrendo un facile tratto in salita

ussita

ussita

monte bove nord

monte bove nord

Arrivo a Ussita dopo aver percorso un’ottantacinquina di km.

Inizio ad avvertire i primi segni di cedimento, sia fisico che mentale. Sono le 4:00 del pomeriggio. A fondo valle il sole picchia ancora molto forte. Non si muove un filo d’aria e la temperatura è ostile ad ogni forma di vita.

Da Ussita poi si inizia a scorgere la Forcella del Fargno che dovrò svalicare per completare l’anello. Avevo percorso quel tratto molte altre volte. Ma vedere oggi quella Forcella di fronte a me, con ancora 1200 metri da risalire, è stato un colpo veramente molto duro. Rimango fermo qualche attimo con i gomiti appoggiati al manubrio. Trovo una fonte per rinfrescarmi con dell’acqua fresca e, armato di tanta buona volontà, trovo la forza di ripartire.

Parto lentamente per quella salita che non dimenticherò mai. Le soste diventano sempre più frequenti  e le pedalate sempre più faticose.

Mi sento solo, in balia di quella montagna che mi appare infinita. Salgo con gesti automatici, parlo con me stesso cercando di farmi forza. Sento che il mio limite è oramai molto vicino. Da qui in poi in ci sono alternative. C’è solo l’istinto che in quel momento mi diceva di proseguire.

Il pendio diventa sempre più dolce quando di nuovo raggiungo quota 1750 slm.  La linea che separa il cielo dalla terra è sempre più vicina a me.

Ritrovo un’energia inaspettata che mi spinge in questo ultimo tratto dove oramai non c’è più crescendo. Lentamente  inizio a percepire la dolce sensazione di avercela fatta. Spinto da una crescente adrenalina proseguo lungo quei 3/4 km di falsopiano che mi separano dalla forcella.

Arrivo al Fargno alle 20:00 dopo aver viaggiato per 100 km su sentieri di montagna. Sono sul punto più alto, oramai da qui in poi non c’è più nulla da salire.

rifugio del fargno

rifugio del fargno

Sento salire in me un’immensa gioia e soddisfazione. Non è possibile descrivere a parole le emozioni provate in questo momento. Mi giro e mi siedo sui prati in modo che il mio sguardo possa spaziare sulle vallate e sulle montagne di fronte a me. Resto immobile per qualche minuto cercando di far tesoro di tutto ciò che sto provando.

L’ombra delle montagne inizia a far imbrunire il fondovalle e mi rimane ancora una quindicina di km per terminare la giornata.
Con la certezza di avercela ormai  fatta mi calo nella valle del Fargno in direzione Bolognola.
Accarezzato dagli ultimi raggi di sole scendo velocemente quella strada che ormai sento di casa
strada del fargno

strada del fargno

 

pintura di bolognola

pintura di bolognola

Imbocco la strada per Passo Ventoso quando il sole inizia a tramontare

tramonto a passo ventoso

tramonto a passo ventoso

La luna fa di nuovo la sua comparsa, quasi a volersi congratulare per quanto sto per realizzare. Mancano solo pochissimi km e mi resta solo da attraversare la Valle Caprina.

Uscito dal bosco, nel buio della notte, intravedo la sagoma del rifugio Amandola. Con la lampada di nuovo accesa sulla fronte, sono arrivato laddove, la mattina precedente, tutto aveva avuto inizio. Non sono più in grado di contenere le emozioni. Percorro le ultime centinaia di metri ripensando  ai tanti momenti vissuti in questa indimenticabile giornata: l’alba, il tramonto, le tante ore passate con me stesso, la sofferenza, il dolore, la speranza, la gioia, l’orgoglio di avercela fatta.
Foto e testi: Fabrizio Castelli
 Per saperne di più sul Grande Anello dei Sibillini vedi qui 
La montagna ci offre la cornice … tocca a noi inventare la storia che va con essa (N. Helmbacher)

 

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20 Responses

  1. viaggiatore lento scrive:

    e sti’ cazzi……….
    Ho fatto il grande anello nel 2013 e so di cosa si tratta….km, salite e tanto caldo. So quanto è stata dura farlo in 2 giorni……..in un giorno è una GRANDE impresa.
    Sei un grande.

  2. tonio1965 scrive:

    Altro che Sella Ronda Hero!
    Pazzesco! Profonda stima per te e grazie per tutte le informazioni utili che hai scritto!

  3. andrea b. scrive:

    bellissima avventura

  4. MAURINO scrive:

    Caspita tutto da solo!
    veramente una cosa fantastica, sono ammirato e non ti nego invidioso per il grande coraggio che hai dimostrato. Sarei curioso di conoscere l’attrezzatura e come ti sei organizzato
    GRANDE!

  5. giamma scrive:

    Grande! bellissimi i nostri Sibillini

  6. vitto scrive:

    Complimentissi , gran bella avventura e gran carattere nel volerla e nel realizzarla !
    :-)

  7. BIKER74 scrive:

    Vivere un’esperienza così è stata la giusta ricompensa alla tanta fatica che ti è stata necessaria per completare questa grande impresa.
    Complimenti!

  8. tupi60 scrive:

    Farti i complimenti è d’obbligo e riceverli fa sicuramente piacere ma mai quanto il piacere che hai provato a vincere questa impresa.
    Bravo!

  9. LUCAGUS scrive:

    pelle d’oca. piacerebbe anche a me una impresa simile, in solitaria poi…
    spirito, forza e coraggio. complimenti

  10. walter scrive:

    Grandissimo,fatto in un giorno e’ un’impresa!
    Il mio socio ed io lo facemmo in tre giorni nel 2007 con bici full (in modalita’ enduro) e con bagaglio al seguito per pernottare nei rifugi/alberghi sulla via,sbagliando anche strada e percorrendo circa 150km,ma dall’alba al tramonto e’ davvero da grandi.
    Complimenti ancora.

  11. romanelli d. scrive:

    wow mi hai emozionato posso solo immaginare quello che hai provato.
    bravissimo

  12. andrea83 scrive:

    Giro epico in tutti in sensi, di cui devi andare giustamente orgoglioso!
    Sei un grande

  13. FERDI scrive:

    Stupendo giro e belissimo racconto. Complimenti!

    “Resto immobile per qualche minuto cercando di far tesoro di tutto ciò che sto provando”….già, come ti capisco, hai riassunto benissimo la sensazione di voler fermare il tempo in quegli attimi…

  14. patrizio70 scrive:

    un grande!!!! complimenti più che meritati per la tua grande impresa

  15. Maurizio Deroma scrive:

    Mi era capitato di leggere questo racconto un po’ di tempo fa e mi aveva ispirato. Purtroppo le mie gambe non sono buone come le tue. Per me era già tanto riuscirlo a finire in 3 giorni.
    Ora che sono appena tornato posso solo dire che i sibillini sono straordinari, bellissimi. Il luoghi, le persone, i tanti chilometri in mezzo al nulla. Un viaggio che mi ha regalato tante emozioni, un’esperienza unica.

    Ps. Il vostro sito fa sognare a occhi aperti

  16. bikeland scrive:

    fantastico!

  17. Gabriele scrive:

    Bellissimo Il racconto di questo viaggio, mi hai fatto venire voglia di farlo, dove posso trovare una traccia gps , mi sembra di capire che il viaggio è del 2016 , sara ancora possibile seguire lo stesso itinerario ? Grazie mille per aver condiviso il tuo viaggio.
    Gabriele Pieri

  18. francesco spurio scrive:

    ti seguo da tempo.
    le tue imprese mi fanno prendere i brividi.
    sei un grande!

  19. G.Piero scrive:

    “Aver affrontato questa avventura in solitudine mi ha permesso di osservare questi luoghi sotto altri punti di vista. Proseguo dritto verso la mia meta, in compagnia delle tante emozioni che hanno reso questo viaggio unico e indimenticabile” sono sempre più convinto che la solitudine aggiunge più di quanto toglie. Complimenti

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